domenica 17 febbraio 2008

Will I Am e il business mobile



Dopo Timbaland che s’è messo a incidere canzoni inedite in esclusiva per la “telecom” Verizon, ora anche Will.i.am. canta le lodi del telefonino e della “mobile music”. “L’industria discografica è come una nonna”, ha metaforizzato il leader dei Black Eyed Peas parlando alla platea del Mobile World Congress di Barcellona, “e gli artisti di domani hanno bisogno di fare affari con i suoi nipoti. Sarà la telefonia a produrre i Michael Jackson e le Madonna di domani”. Il popolare produttore e musicista afroamericano ha spronato i suoi colleghi a cavalcare la tigre (“non bisogna essere pigri e dire: ecco le mie undici canzoni, fatene quel che volete”), ma ha anche criticato il comportamento delle società telefoniche che cercano di vincolare gli artisti con contratti esclusivi. “L’accordo tra Timbaland e Verizon è una gran cosa, va bene. Ma tutta la gente che non usa Verizon? I musicisti sono importanti come i giocatori di football americano, di calcio o di basket. Solo che noi la palla per giocare non ce l’abbiamo”.
La soluzione? Secondo l’avvocato Ken Hertz dello studio legale Goldring, Hertz & Lichtenstein, è dietro l’angolo: “Una volta venuti a scadenza i contratti con le case discografiche, è facile immaginare una Nokia o una Sony Ericsson andare da un artista e dirgli: ‘Dacci sedici canzoni in esclusiva per i nostri telefonini. In cambio ti garantiamo un bella sommetta su ogni apparecchio venduto’. Potenzialmente è molto di più di quanto potrebbero spuntare da un’etichetta tradizionale”. La fine del mondo musicale per come lo conosciamo?

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