sabato 9 giugno 2012

Nostalgia Istantanea - Dargen D'Amico



  1. Nostalgia istantanea (18'10)
  2. Variazioni sul tema nostalgia istantanea (20'40)


A me Dargen piace, ed è sempre piaciuto. Sin dagli inizi. E’ inutile che ripeto con chi ha iniziato, forse l’abbiamo ripetuto più del nostro stesso nome. Quello che odio sono le puttanate che si dicono appresso a lui, come se il pianeta terra diventasse un  esercito di ragazzine in calore tutte groupie di J.D., e la sua minima sillaba pronunciata ogni volta toccasse il loro punto g. Ok, scordiamoci i cd con 18 tracce, i singoli, i video, i dissing, i produttori vari, la numerazione delle tracce e tutto questo fottuto mondo in repeat. Dargen una mattina si è svegliato, ha messo un beat ed ha iniziato a scrivere Nostalgia Istantanea. Voglio credere che come un comune mortale ogni tanto si sia fermato per mangiare, bere e andare a letto. Ma sì, il lavoro sembra ben sviluppato. Oppure no. E’ un flusso di pensiero inarrestabile. Un delirio diviso in due tracce. Probabilmente se ognuno di noi facesse come Dargen, in periodi di crisi almeno risparmierebbe i soldi dello psicologo. Perché lui sa aprirsi alla musica. E quello che dice lo capisce solo lui. Ossessionato dal matrimonio, dal divorzio,  dalla morte, da chi ti prende il culo, dalla galera, dalla mamma e da tutto. Come  ognuno di noi. A momenti voglio pensare che questa sia la continuazione giusta di “Musica senza Musicisti” e di tanto in tanto quello di “Vizi di forma, virtù”. La prima volta ascolti ma ti distrai facilmente, la seconda cerchi di seguire e ti addormenti, la terza ti appassioni, la quarta, la quinta, la sesta, la settima, ti fai viaggi peggio di lui, e siamo davvero persi… E’ la peggiore droga. Entri in un tunnel. Ma sì, ve la consiglio la somministrazione, perché è piacevole e non fa male.  Tecnicamente niente da dire. E’ un maestro del monologo interiore in rime e rap. Cercate di non paragonarlo a Battisti, a De André, a De Gregori, che forse non sapete neanche chi sono. Lui è Dargen D’Amico e basta. Non ha scritto la Divina Commedia del rap, non è il secondo Woijtila. E’ l’artista che un po’ ci prende per il culo, e un po’ ci vuol bene. E un giorno toglierà gli occhiali da sole per mostrare i suoi occhi.

3 commenti:

Forum Hip Hop ha detto...

Grande Dargen!

Anonimo ha detto...

wow non pensavo esistessero altre persone così legate a lui

Nemo ha detto...

sto disco mi è piaciuto un sacco...circa 40 minuti di viaggio mentale che ho apprezzato e ascoltato più volte...ha fatto qualcosa di molto particolare stavolta e può anche non piacere in ogni caso, personalmente a me piace parecchio. Imparagonabile, però, ai precedenti lavori di Dargen siccome sotto è un lavoro completamente diverso (con tutto che DVDFV è il mio disco di Dargen preferito)